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venerdì 26 novembre 2010

Padre Pio - Sulla soglia del Paradiso - Diciottesimo appuntamento

Torna l'appuntamento con la biografia che tratteggia un'inedita "storia di Padre Pio raccontata dai suoi amici: "Sulla Soglia del Paradiso" di Gaeta Saverio. Oggi guardiamo l'origine dei Gruppi di preghiera che ancora oggi, si riuniscono nelle nostre Parrocchie:

VI
Figli spirituali e Gruppi di preghiera

Il rigoglioso albero della preghiera
Nel 1942 papa Pio XII, angosciato dalla tragedia della guerra in corso, rivolse ai cattolici una pressante richiesta: «Nell'ardua lotta fra il bene e il male, fra Dio e satana, abbiamo bisogno di forti e serrate falangi di uomini e di giovani che preghino». Queste parole si stamparono nel cuore di Padre Pio, che immediatamente riunì alcuni figli spirituali dicendo:

«Diamoci da fare, rimbocchiamoci le maniche, rispondiamo noi per primi». Nacquero così i primi virgulti di quelli che, a partire dal 1950, si chiameranno Gruppi di preghiera.

All'inizio i Gruppi si diffusero spontaneamente, per iniziativa di qualche devoto del Padre. Nell'agosto 1950 ne venne sollecitata la costituzione dovunque fosse possibile e si definì anche la loro identità: «Gruppi di fedeli che periodicamente si riuniscono con l'assistenza del sacerdote in una chiesa, per pregare in comunione, seguendo gli orientamenti impartiti dal Sommo Pontefice. Tali riunioni hanno la finalità di elevare la formazione spirituale dei partecipanti e di rinnovare la vita cristiana nei fratelli, mediante la preghiera collettiva e liturgica».

Il 5 maggio 1956, in coincidenza con l'inaugurazione della Casa Sollievo della Sofferenza, si tenne a San Giovanni Rotondo il primo convegno internazionale dei Gruppi di preghiera. Venne presentata la bozza del regolamento (il 4 maggio 1986 è entrato in vigore il definitivo statuto, approvato dalla Santa Sede), dove si indicavano i quattro obiettivi degli incontri in parrocchia: «Elevare preghiere impetratorie alla Divina Misericordia; partecipare al sacrificio della Messa, durante il quale Gesù trasmette i misteri del suo amore sull'umanità; adorare il santissimo Sacramento e recitare il santo Rosario; vivere sempre in grazia di Dio, cioè essere veri cristiani».

In generale, i vescovi apprezzavano la presenza dei Gruppi di preghiera nelle proprie diocesi e si adoperavano per favorirne la costituzione. Un'eccezione fu il vescovo di Padova, il cappuccino Girolamo Bortignon, che nel 1959 negò l'autorizzazione «per il motivo che in questo movimento, come è attuato in diocesi, si riscontrano degli atteggiamenti equivoci, delle manifestazioni esagerate e delle affermazioni strane». A pagarne le conseguenze furono in particolare i sacerdoti Nello Castello e Attilio Negrisolo, che vennero sospesi a divinis per la loro fedeltà a Padre Pio e che dovettero attendere una decina d'anni prima di essere reintegrati nel ministero dalla Santa Sede.

Il 31luglio 1968 la Congregazione dei Religiosi e degli Istituti secolari affidò il coordinamento generale dei Gruppi di preghiera al padre Guardiano del convento di San Giovanni Rotondo. Comunicando tale notizia a Padre Pio, il padre Provinciale precisò che «la decisione del Sacro Dicastero vale per me come un riconoscimento pontificio alla provvida iniziativa della paternità vostra in favore della preghiera comunitaria». Poche settimane più tardi, dal 19 al 22 settembre, il secondo convegno internazionale si trasformò nell'incontro d'addio con il fondatore, un toccante momento nel quale Padre Pio stesso poté verificare che il seme da lui piantato era divenuto un rigoglioso albero.
 

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