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sabato 16 aprile 2011

In difesa della vita - Evangelium vitae - IX

Torna l'appuntamento con la Lettera Enciclica "Evangelium vitae", in difesa della vita. Oggi, il Venerabile Giovanni Paolo II ci ricorda che Gesù stesso è il Verbo della Vita e che Egli ci ha proprio annunciato il Vangelo della vita! Noi siamo dunque chiamati a render testimonianza proprio di questo aspetto, in un mondo che vuole lasciarsi dominare dalla cultura della morte:


SONO VENUTO PERCHE’ ABBIANO LA VITA

Il messaggio cristiano sulla vita

"La vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta" (1 Gv 1, 2):

Lo sguardo rivolto a Cristo, "il Verbo della vita"

29. Di fronte alle innumerevoli e gravi minacce alla vita presenti nel mondo contemporaneo, si potrebbe rimanere come sopraffatti dal senso di un'impotenza insuperabile: il bene non potrà mai avere la forza di vincere il male! È questo il momento nel quale il Popolo di Dio, e in esso ciascun credente, è chiamato a professare, con umiltà e coraggio, la propria fede in Gesù Cristo "il Verbo della vita" (1 Gv 1, 1). Il Vangelo della vita non è una semplice riflessione, anche se originale e profonda, sulla vita umana; neppure è soltanto un comandamento destinato a sensibilizzare la coscienza e a provocare significativi cambiamenti nella società; tanto meno è un'illusoria promessa di un futuro migliore. Il Vangelo della vita è una realtà concreta e personale, perché consiste nell'annuncio della persona stessa di Gesù. All'apostolo Tommaso, e in lui a ogni uomo, Gesù si presenta con queste parole: "Io sono la via, la verità e la vita" (Gv 14, 6). È la stessa identità indicata a Marta, la sorella di Lazzaro: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno" (Gv 11, 25-26). Gesù è il Figlio che dall'eternità riceve la vita dal Padre (cf. Gv 5, 26) ed è venuto tra gli uomini per farli partecipi di questo dono: "Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Gv 10, 10). È allora dalla parola, dall'azione, dalla persona stessa di Gesù che all'uomo è data la possibilità di "conoscere" la verità intera circa il valore della vita umana; è da quella "fonte" che gli viene, in particolare, la capacità di "fare" perfettamente tale verità (cf. Gv 3, 21), ossia di assumere e realizzare in pienezza la responsabilità di amare e servire, di difendere e promuovere la vita umana. In Cristo, infatti, è annunciato definitivamente ed è pienamente donato quel Vangelo della vita che, offerto già nella Rivelazione dell'Antico Testamento, ed anzi scritto in qualche modo nel cuore stesso di ogni uomo e donna, risuona in ogni coscienza "dal principio", ossia dalla creazione stessa, così che, nonostante i condizionamenti negativi del peccato, può essere conosciuto nei suoi tratti essenziali anche dalla ragione umana. Come scrive il Concilio Vaticano II, Cristo "con tutta la sua presenza e con la manifestazione di sé, con le parole e con le opere, con i segni e con i miracoli, e specialmente con la sua morte e la gloriosa risurrezione di tra i morti, e infine con l'invio dello Spirito di verità, compie e completa la rivelazione e la corrobora con la testimonianza divina, che cioè Dio è con noi per liberarci dalle tenebre del peccato e della morte e risuscitarci per la vita eterna" {22}.

30. È dunque con lo sguardo fisso al Signore Gesù che intendiamo riascoltare da lui "le parole di Dio" (Gv 3, 34) e rimeditare il Vangelo della vita. Il senso più profondo e originale di questa meditazione sul messaggio rivelato circa la vita umana è stato colto dall'apostolo Giovanni, quando scrive, all'inizio della sua Prima Lettera: "Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi" (1, 1-3). In Gesù, "Verbo della vita", viene quindi annunciata e comunicata la vita divina ed eterna. Grazie a tale annuncio e a tale dono, la vita fisica e spirituale dell'uomo, anche nella sua fase terrena, acquista pienezza di valore e di significato: la vita divina ed eterna, infatti, è il fine a cui l'uomo che vive in questo mondo è orientato e chiamato. Il Vangelo della vita racchiude così quanto la stessa esperienza e ragione umana dicono circa il valore della vita, lo accoglie, lo eleva e lo porta a compimento.

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