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venerdì 8 aprile 2011

Padre Pio - Sulla soglia del Paradiso - Trentacinquesimo appuntamento

 Torna l'appuntamento con la biografia che tratteggia un'inedita "storia di Padre Pio raccontata dai suoi amici: "Sulla Soglia del Paradiso" di Gaeta Saverio. Oggi scopriamo di più sulla personalità del santo di Pietrelcina, attraverso l'analisi dei suoi scritti...: 

XIV

Personalità umana

Una scrittura che esprime bontà

Nella copiosa documentazione per il processo di canonizzazione fu presentato anche un esame grafologico realizzato nel 1984 dal professor Giuseppe Ziveri su alcuni scritti di Padre Pio redatti in un arco di tempo dal 1905 al 1950.

L'analisi ha evidenziato innanzitutto nel Padre «il segno sostanziale dell'altruismo in un effondersi continuo a bene degli altri» e lo ha descritto «ricco di immaginazione, delicato nel comportamento, amabile, fortemente intuitivo, di intelligenza qualitativamente superiore e acuta». Fra le doti attribuite al Padre, le principali erano «il senso di osservazione, di concentrazione e di intuito psicologico così intensi da riuscire a "penetrare" nella verità, scrutando in profondità nell'animo delle persone». Proseguiva la relazione del professor Ziveri: «Le lettere armoniche, gli spazi uguali, l'ordine e la regolarità presenti negli scritti giovanili stanno ad indicare una ricca vita interiore, equilibrio e delicatezza dei sentimenti, ottima apertura mentale e generosità. La continuità grafica rivela grande senso del dovere verso il prossimo e forte equilibrio interiore: una persona di parola con coscienza retta».

Le pulsioni grafomotorie lo fanno risultare «fortemente emotivo» e «paziente, mite e silenzioso, con notevole spirito di adattamento». Anche la gradazione dell'inclinazione destrorsa «convalida Padre Pio come un generoso che si lascia guidare spesso dal cuore, bisognoso di tanta tenerezza e amore; un amore che lui stesso profonde in maniera forte per tutto e per tutti».

Con l'avanzare dell'età, la grafia «rivela un graduale indebolimento fisico e un calo dell'energia psichica, che lo portano a visioni talvolta pessimistiche unite a senso di colpa. Questo, in antitesi con la velocità di scrittura che, aumentando con il passare degli anni, sta ad indicare vitalità, spontaneità, prontezza di riflessi e decisione». Sempre nella maturità, la grafia acquista tratti più marcati e impazienti, «rivelando un velo di diffidenza. Portato alla meditazione e alla commozione per amore, appaiono ora frequenti sbalzi di umore nel continuo dibattersi tra una forza ottimistica e momenti di tristezza profonda».

Alcuni anni più tardi un'altra analisi grafologica è stata preparata dalla dottoressa Daniela Torbidoni De Rosa, su incarico del professor Francesco Di Raimondo, il quale, nel volume L'esperienza di tin collaboratore medico, ne ha sintetizzato i risultati:

«L'analisi evidenzia, sin dall'età evolutiva, una personalità a due componenti. L'una è rivolta all'utilizzo delle proprie energie vitali per affrontare, anche in modo forte, i problemi esistenziali; l'altra è caratterizzata dall'oblatività come fattore primario di socializzazione, un'attenzione particolarmente sensibile all'animo umano che si manifesta con atti di conciliazione, di consiglio e di conforto».

Andando avanti nella vita di consacrato, «la sua grafia rivela un ridimensionamento delle pretese dell'Io, con prevalenza crescente dell'istanza a una vita spirituale elaborata e sostenuta con forza ed energia dal suo carattere. In particolare emerge la volitività con cui Padre Pio, con grande sofferenza, riesce a dominare la sua naturale impulsività, garantendo a se stesso la linearità di un comportamento di fedeltà e obbedienza ai principi etici e religiosi abbracciati».

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