Pasqua di Risurrezione
(Gv 20, 1-9)
(Gv 20, 1-9)
Vinta è la morte! Sconfitte le tenebre! I cieli, che fino alla morte di Gesù erano rimasti chiusi,
impenetrabili ed inaccessibili, di colpo si riaprono. I giusti dell’Antico Testamento che aspettavano
con trepidazione questo grandioso avvenimento, esultano nel sentire la voce del Salvatore che li
chiama: ”Sorgi o tu che dormi, prigioniero della morte e degli inferi, svegliati dal sonno, è giunta la
tua ora, quella della tua liberazione: ritrova dunque la tua libertà, la tua patria e la tua figliolanza
divina, pagata col mio sangue”. E’ questa la stupenda realtà pasquale: abbiamo un Salvatore che
dice anche a noi: risorgi o tu che giaci ancora nel sepolcro, prigioniero del peccato e delle tenebre,
Io li ho vinti e distrutti entrambi. Alzati e rivestiti di luce! Volgi il tuo sguardo a Colui che hanno
trafitto, guarda ad Oriente da dove viene il tuo Sole che sorge per liberare “quelli che stanno nelle
tenebre e nell’ombra della morte”.
• Morte in deficit: un UOMO le è sfuggito…
E’ questa la meravigliosa notizia: abbiamo un Salvatore che ci salva, non una volta per tutte, ma
ogni giorno, ogni ora, ogni momento ci salva, dai nostri traviamenti, sbandamenti, oscuramenti e
tradimenti vari! Grazie al Suo sacrificio e alla sua presenza in noi, possiamo ogni giorno passare
dalle tenebre del male allo splendore della luce, e diventare –da tenebrosi che eravamo– splendenti
di candore immacolato. E’ LUI la luce intramontabile che disperde le nostre tenebre!
I Vangeli delle scorse domeniche, come quello della Samaritana, del cieco nato e della risurrezione
di Lazzaro, erano altrettanti eventi pasquali in cui si era manifestata la potenza dello Spirito, che
aveva convertito la Samaritana, risanato il cieco e risuscitato Lazzaro. Tutti segni che
manifestavano la potenza e la gloria del Figlio di Dio. E se nella risurrezione di Lazzaro –per dare
ancor più gloria a DIO– aveva aspettato che morisse e che passassero vari giorni prima di
risuscitarlo, l’avvenimento di oggi fa risaltare ancora incomparabilmente di più la Sua onnipotenza:
infatti non è sceso dalla Croce mentre era ancora vivo, come lo sfidava a fare la plebaglia (“Se sei
Dio scendi dalla Croce”…), ma è uscito vivo dal sepolcro sigillato, dopo che era già morto!
• Chi muore e poi non risorge subito, chi è?
Prova supremamente inconfutabile della Sua divinità! Finché un uomo muore e poi non risorge
subito, è sicuro che è solo un uomo, ma quando un uomo muore e poi risorge, non è più solo un
uomo: non può essere che DIO! E Dio in persona! Perché oltretutto di quell’Uomo –per quelli che
lo vorrebbero solo uomo– non si è mai e poi mai trovato il cadavere. Vediamo nel Vangelo di
oggi, le donne che preparavano gli unguenti, le erbe e gli aromi per andare ad imbalsamare quel
corpo: Ebbene quel corpo non l’hanno trovato, né nel sepolcro, né fuori, né nei paraggi. Mentre le
donne preparavano gli aromi, LUI STAVA GIA’ RISORGENDO DA MORTE. Ed è vivo ancora
oggi con il Suo corpo glorioso e vivrà per i secoli dei secoli.
• Entrata del sepolcro…ma dov’è l’uscita?
Sì, Gesù Cristo vive, anzi è IL VIVENTE. Ed è una realtà storica! Non è un simbolo, né un mito, né
una leggenda: io non sarei qui a scrivere se Lui non fosse vivo e presente con il suo Spirito (non
sarei capace di parlare di un mito o di un essere leggendario) e voi non sareste qui a leggermi,
perché –ne sono certa– non vi interesserebbe leggere la storia di uno che non è mai esistito e che
non cammina con voi ogni giorno, dandovi forza e coraggio per andare avanti.
Coraggio dunque, amici: Non siamo soli nel cammino. Colui che passava per le contrade della
Palestina, attraversa ancora le nostre strade e le nostre vite, parla al nostro cuore e oggi si eleva in
alto, vincitore anche della morte, per dirci che è andato a preparaci un posto. E per dirci che
neanche noi saremo destinati a rimanere per sempre nel sepolcro, ma risorgeremo anche noi per
rivestire un corpo di luce e di gloria. Per i secoli dei secoli.
Wilma Chasseur
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